
Le cadute in ambito ospedaliero e assistenziale rappresentano una delle complicanze più comuni e potenzialmente letali, soprattutto nei pazienti anziani o fragili. Oltre ai danni fisici che possono derivarne (fratture e traumi vari), le cadute hanno un impatto psicologico importante sui nostri pazienti, che si ritrovano a diventare meno autonomi e più intimoriti.
Proprio per questo motivo, la valutazione precoce del rischio di caduta è diventata una priorità nei setting assistenziali. Tra gli strumenti più utilizzati e apprezzati per la sua semplicità e rapidità d’uso, troviamo la Scala di Conley. Quest’ultima è una delle scale più utilizzate nelle varie aziende sanitarie pubbliche e private italiane, oltre ad essere largamente utilizzata anche in Regno Unito, nella scheda di ricovero.
Cos’è la Scala di Conley?
La Scala di Conley è un sistema di valutazione clinica sviluppato per identificare precocemente i pazienti a rischio di caduta. Alcune aziende o unità operative hanno deciso di classificare il rischio anche in base all’età; rendendo obbligatoria e scadenzata la valutazione e rivalutazione del paziente tramite questo strumento. Può dunque succedere che nel trovarsi a lavorare in una nuova unità operativa ci si possa ritrovare di fronte ad una valutazione da eseguire esclusivamente a pazienti che hanno un’età superiore ad un valore imposto da un dato protocollo, oppure in modo generalizzato a tutti i nuovi ricoveri.
Questa scala si basa su sei domande, suddivise in due aree principali:
1. Precedenti cadute
Viene chiesto al paziente (se in grado di rispondere), al caregiver o previo controllo della storia medica da parte dell’infermiere:
- 1: Il paziente è caduto negli ultimi 3 mesi? (2 punti)
- 2: Ha avuto episodi di vertigine o capogiri recenti? (1 punto)
- 3: Ha avuto episodi di incontinenza urinaria o fecale durante il tragitto per il bagno? (1 punto)
2. Deterioramento cognitivo
Basato sull’osservazione da parte del personale sanitario:
- 4: Marcia instabile o alterata (passo strisciante, base larga, ecc.)? (1 punto)
- 5: Stato di agitazione (irrequietezza, gesti disorganizzati, ecc.)? (2 punti)
- 6: Giudizio compromesso o mancanza del senso del pericolo? (3 punti)
Come si calcola il punteggio?
Ogni risposta affermativa riceve il punteggio indicato accanto alla domanda. Le risposte negative valgono zero.
Interpretazione del punteggio:
- 0–1 punti → rischio minimo
- 2–10 punti → rischio crescente da basso ad alto
- Il cut-off clinico è ≥ 2 punti, sopra il quale il paziente è considerato a rischio caduta.
Quando e perché usarla?
La Scala di Conley viene utilizzata in molti contesti, ma ovviamente si ritiene nello specifico molto più utile, per la valutazione di pazienti che spesso risultano debilitati o defedati da svariati motivi. Dunque sia nei percorsi riabilitativi che nei contesti socio-residenziali è possibile applicare questa scala. Nello specifico si tende a valutare il paziente in alcuni momenti fondamentali:
- Fase di ricovero del paziente in unità operativa o in contesti residenziali.
- Dopo una caduta o un evento a rischio di caduta (es. primo episodio di caduta)
- Monitoraggio nei contesti socio-residenziali
- Nei percorsi assistenziali geriatrico-riabilitativi
È uno strumento rapido e non invasivo che permette agli infermieri e ai professionisti della salute di intervenire tempestivamente con misure di prevenzione come:
- eliminazione di ostacoli ambientali
- uso di ausili (deambulatori, letti specifici)
- miglioramento del trattamento fisioterapico
- rivalutazione della terapia
- valutazione del grado di idratazione e alimentazione
- sorveglianza più stretta nei momenti critici (es. spostamenti al bagno, o per alimentarsi)
Limiti della scala
Sebbene utile, la Scala di Conley non sostituisce il giudizio clinico complessivo. Alcuni pazienti potrebbero non presentare punteggi alti, ma rientrare comunque in una condizione di vulnerabilità. Inoltre, è fondamentale affiancare alla valutazione uno sguardo attento e continuo sullo stato fisico e cognitivo del paziente, che può variare nel tempo. Questo è infatti uno dei limiti più importanti di questa scala. Facendo un esempio: una rivalutazione settimanale potrebbe non essere sufficiente al fine di valutare tempestivamente il rischio di caduta che varia nel tempo, al variare delle condizioni cliniche del paziente. Questo significa che questa valutazione deve essere eseguita ad ogni cambiamento notato dal professionista sanitario.
Conclusione
La Scala di Conley si conferma uno strumento pratico, rapido e affidabile per la prevenzione delle cadute in ambito sanitario. Inserirla nella routine di valutazione quotidiana consente non solo di proteggere i pazienti, ma anche di migliorare la qualità dell’assistenza e ridurre i costi legati alle complicanze evitabili.