In questi ultimi anni stiamo vivendo una delle peggiori “emergenze” mediche dovuta alla disinformazione e alle bufale portate dal nuovo modo di interfacciarsi con internet, quello “social”. Un tempo, internet era un luogo da cui gli utenti reperivano informazioni, spesso direttamente da canali ufficiali, i blog erano solo alla portata di alcuni, ed esisteva una certa etica nel diffondere le notizie. Nonostante le bufale siano sempre esistite, alcuni anni fa, la percentuale di notizie vere era maggiore rispetto a quelle false.
Dall’avvento di Facebook, e delle possibilità di guadagno promesse da Google grazie ai sistemi Adsense (Banner pubblicitari che producono denaro ad ogni visualizzazione o click), internet è divenuto ufficialmente uno dei luoghi a piú alto rischio di bufala.
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Basta digitare, su Google, una determinata patologia e troverete decine di blog senza brand, che offrono soluzioni gratuite, naturali e senza rischi per risolvere il vostro problema.
Facebook inoltre, permette di incamerare maggiori guadagni, grazie alle condivisioni e visualizzazioni degli “utonti” (utenti, cosi chiamati dai siti antibufale, per la loro tendenza a condividere articoli palesemente falsi) regalati a siti fittizi che scelgono i loro titoli in modo spesso simile al seguente: “L’ALIMENTO CHE CURA I TUMORI: La notizia che fa tremare le case farmaceutiche”
Premettiamo, che TNP, da portale che basa i propri articoli sulle evidenze e che rispetta uno statuto firmato e vidimato da un notaio, ha come primo obiettivo quello di diffondere notizie vere facendo una corretta ed etica opera di informazione.
Basandoci su alcuni articoli abbiamo deciso di rielaborare una mini-guida per non incappare nelle bufale di tipo medico:
1. I profili certificati – Se la notizia viene da un profilo aziendale o da un personaggio famoso, controllate che non si tratti di un’imitazione. Su Facebook e su Twitter si possono riconoscere gli utenti “certificati” dal simbolino blu accanto al nome dell’utente. Se condividete un post di Veronesi, fate attenzione a controllare che quel profilo sia veramente di Veronesi e non di un semplice imitatore.
2.Risalire alla fonte – Cercate sempre di risalire a chi ha diffuso la notizia per primo. Sia per controllare che sia affidabile, sia per accertarvi che non abbia subito manipolazioni durante il tragitto. Se una “scoperta” è di Veronesi, andate a controllare che lui l’abbia pubblicata sul suo sito ufficiale. Controllate anche se qualche mezzo d’informazione ne ha già parlato (Ansa, Repubblica, Il Corriere della Sera etc.). Oppure usate Google Scholar o Pubmed per controllare se una scoperta è stata veramente pubblicata. Ricordate di leggere l’articolo (spesso le conclusioni potrebbero darvi delle piacevoli sorprese)
3. I tweet – Una scoperta verrà sicuramente twittata dallo scopritore stesso. Se leggete che l’Università di Princeton ha scoperto una nuova cura, controllate sulla loro bacheca. Se non troverete nulla, è molto probabile che l’autore del post vi voglia gabbare.
4. Le foto – Spesso si vedono foto di patologie, strane malattie o persone decedute per svariati motivi medici. Nella fretta, capita che alcuni giornali le pubblichino anche se non vere. In realtà un modo molto semplice di togliersi qualche dubbio c’è: Google Images. Si carica la foto “incriminata” e si ottiene una lista di tutte le immagini simili. Comprese eventuali “variazioni sul tema”. Da li potrete sicuramente risalire alla vera foto.
5. Fuori contesto – A volte le foto diffuse sono vere, ma risalgono a mesi o ad anni prima oppure si riferiscono ad avvenimenti diversi da quelli delle didascalie o magari in notizie ormai smentite da mesi. Attenzione dunque alle immagini!
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6. Satira! – La rete pullula di siti satirici, il più famoso dei quali è Lercio, che simulano testate reali. Il loro umorismo può piacere o meno, ma è del tutto innocuo. A meno che non ci si limiti a leggere il titolo dell’articolo e lo si prenda per vero, diffondendolo scandalizzati. Molto meno innocenti sono i siti che speculano sulle paure della gente, inventando bufale ad arte. Tra questi, SenzaCensura.eu., bloccato perché incitava all’odio razziale etc…
7. Se la notizia è falsa? – Soprattutto se è una notizia pericolosa perché potrebbe portare a danni collaterali (pazienti che abbandonano le cure convenzionali per provare trattamenti non ufficiali), va segnalata al social network di riferimento. Sia Facebook (cliccando sul menu a tendina a destra di ciascun post) che Twitter (cliccando sui tra puntini ai piedi del tweet) hanno la funzione “segnala contenuto inappropriato”. Inoltre conviene avvertire anche colui che ha condiviso la notizia. Se siete professionisti sanitari non potete essere indifferenti.
8. È vero – Siate felici, perchè la notizia che vi interessava è vera, condividetela e diffondetela! I Social Network sono utili per questo! Una notizia verificata in più in circolazione!
Abbiamo deciso sotto suggerimento di un utente si linkarvi alcuni utili siti per proteggervi dalle bufale. Questi siti lavorano giornalmente per sfatare miti e stroncare sul nascere finte notizie:
Bufale un tanto al chilo
Medbunker
se posso aggiungere un paio di siti che fanno da anni debunking seriamente:
maicolangel di “bufale un tanto al kilo” http://www.butac.it/
e sopratutto med bunker http://medbunker.blogspot.it/