L’inserimento del catetere venoso periferico è una procedura medica e infermieristica comune e cruciale che consente a infermieri e medici di avere accesso al flusso ematico tramite le vene periferiche di un paziente per scopi di trattamento e monitoraggio. Questo procedimento può essere utilizzato per somministrare farmaci, fluidi, emoderivati e in situazioni estreme per il prelievo di campioni di sangue. In questo articolo, esploreremo i dettagli dell’inserimento del catetere venoso periferico, la sua importanza e le migliori pratiche per garantire un trattamento sicuro ed efficace.
Cos’è un Catetere Venoso Periferico (CVP)?
Un catetere venoso periferico è un cateterino sottile e flessibile che viene inserito in una vena periferica, di solito reperita sulle braccia, o in taluni casi sulle gambe, per fornire un accesso venoso temporaneo. Questo tipo di catetere è spesso utilizzato quando è necessario somministrare farmaci, fluidi o soluzioni direttamente nel flusso sanguigno.
Importanza dell’Inserimento del CVP
L’inserimento del catetere venoso periferico è un passo cruciale in molte situazioni mediche, inclusi:
- Terapia farmacologica: Consente la somministrazione di farmaci come antibiotici, chemioterapici, analgesici e altri farmaci per via endovenosa al fine di garantire un’efficacia rapida e corretta.
- Reidratazione: È fondamentale per reidratare i pazienti che necessitano di un apporto idrico controllato. Inoltre può essere utilizzato per la somministrazione di ioni essenziali.
- Nutrizione parenterale: Alcune nutrizioni parenterali possono essere somministrate per via periferica. Questo può essere utile in caso di rischio di malnutrizione temporaneo che viene compensato senza l’inserimento di presidi più invasivi.
- Emoderivati: Il CVP può essere adoperato per la somministrazione di emoderivati. Bisogna consultare le linee guida e le procedure aziendali sulla scelta e gestione del corretto presidio.
- Monitoraggio: Normalmente, l’inserimento di un CVP permette di calcolare il corretto intake di liquidi.
- Emergenze: Come suddetto nei precedenti punti, in caso di emergenza è necessaria la presenza di un CVP per somministrate terapia, emoderivati e liquidi.
Scegliere la giusta vena…
- Vena cefalica: Situata nella parte superiore del braccio, è una delle più utilizzate per inserire un catetere venoso periferico.
- Vena basilica: Anch’essa situata nella parte superiore del braccio, anche la vena basilica è una buona opzione per la cateterizzazione venosa.
- Vena mediana cubitale: La posizione la rende più esposta ad essere facilmente aggredita per la cateterizzazione venosa, ma al contempo a causa della posizione al livello della piega del gomito è poco confortevole per il paziente.
- Vene dorsali della mano: Nelle mani, le vene dorsali possono essere utilizzate per la cateterizzazione, soprattutto quando altre opzioni sono limitate.
- Vene del dorso del piede: In alcune situazioni, quando le vene del braccio e delle mani non sono adatte, le vene del dorso del piede possono essere utilizzate per la cateterizzazione.
- Vena safena magna: Situata nella parte interna della gamba, la vena safena magna può essere un’opzione in caso di necessità.
- Vena safena parva: Questa vena è situata accanto alla safena magna nella parte interna della gamba ed è un’altra possibile scelta.
È importante notare che la scelta della vena dipende dalla situazione clinica del paziente, dalla disponibilità delle vene e dalla durata prevista del catetere. La cateterizzazione venosa periferica deve essere eseguita da personale sanitario qualificato per garantire la sicurezza del paziente.
Dimensione e Caratteristica del CVP:
Certamente, ecco una lista di cateteri venosi periferici in ordine crescente di dimensione:
- 24 gauge (Giallo):
Spesso utilizzato per neonati e neonati prematuri. - 22 gauge (Azzurro):
Comunemente utilizzato per pazienti pediatrici o adulti con vene molto piccole o fragili. - 20 gauge (Rosa):Adatto per adulti con vene di dimensioni standard ed è uno dei cateteri più comuni per somministrare farmaci e fluidi.
- 18 gauge (Verde):
Utilizzato per somministrare fluidi, sangue o farmaci a pazienti adulti o pediatrici quando è richiesto un flusso più rapido. Sarebbe lo standard minimo per la somministrazione di emoderivati in condizioni idonee. - 16 gauge (Grigio):
Questo è uno dei cateteri più grandi per somministrare sangue o fluidi in caso di emergenza o per pazienti che richiedono un alto flusso di fluidi, come quelli in sala operatoria. - 14 gauge (Arancione):
Questo è il catetere venoso più grande ritrovabile nei presidi ospedalieri. Ottimale per somministrare sangue o fluidi in caso di emergenza o per pazienti che richiedono un alto flusso di fluidi, come quelli in sala operatoria.
Procedura di Inserimento del CVP
L’inserimento di un catetere venoso periferico richiede una competenza specifica dell’Infermiere o del Medico ed una procedura rigorosa per garantire la sicurezza del paziente.
- Preparazione: Informare della procedura e chiedere il Consenso Verbale al paziente; eseguire il lavaggio antisettico delle mani; indossare dei guanti monouso;
- Scelta del sito: Identificazione del sito di inserimento appropriato, controllando ed ispezionando correttamente la cute ed il tessuto adiacente alla vena scelta. Bisogna inoltre considerare il decorso della vena scelta, il calibro e la posizione che possa garantire al massimo il comfort del paziente.
- Anestesia locale: In caso di paziente pediatrico o estremamente sensibile alla tecnica può essere necessario l’applicazione di un gel anestetico.
- Inserimento: Il catetere viene inserito con una tecnica atraumatica attraverso l’ago. Una volta posizionato nella vena, l’ago viene rimosso lasciando nel vaso, il cateterino.
- Fissaggio: Il catetere viene fissato in modo sicuro alla pelle per evitare spostamenti e rimozioni accidentali.
- Collegamento e Infusione : Il catetere viene collegato a un set di infusione o a un dispositivo per il drenaggio. Si effettuano controlli per verificare che il catetere sia in posizione corretta.
- Controllo e Monitoraggio: Bisogna monitorare regolarmente il presidio inserito sia durante un infusione sia nei momenti di non utilizzo. È necessario annotare sulla note cliniche la valutazione eseguita sul CVP e sul sito di inserzione.
Sicurezza e Monitoraggio
Il mantenimento della sicurezza durante l’inserimento di un CVP gioca un ruolo essenziale. Infermieri e operatori sanitari devono monitorare regolarmente il paziente per eventuali segni di complicazioni, come infezioni, sanguinamento e dislocazione del catetere. Dopo l’inserimento, il sito del catetere deve essere mantenuto pulito e monitorato per prevenire infezioni e flebiti.
Le più comuni complicanze sono:
- Stravasi di farmaco nel tessuto: Una delle complicanze più probabili ma anche una delle più problematiche se non gestita correttamente. In questo caso bisogna immediatamente sospendere l’infusione. Aspirare dal CVP quanto più farmaco possibile e rimuovere il cateterino. Informare il medico dello stravaso, ed annotare in nota clinica. Sarà necessario monitorare la sede dello stravaso per prevenire eventuali peggioramenti. In caso di prescrizione potrà essere necessario somministrare farmaci (solitamente per via topica) al fine di ridurre possibili complicanze. In talune situazioni bisogna considerare il rischio necrotico che deriva da alcuni farmaci (nello specifico i chemioterapici e farmaci altamente aggressivi)
- Infezioni: Uno dei rischi su cui negli ultimi anni le comunità infermieristiche internazionali hanno raggiunto buoni risultati di successo. Il CVP è purtroppo una sede di accesso per microrganismi patogeni direttamente nel flusso sanguigno e dunque, quale porta potenziale di accesso alle infezioni, deve essere gestita garantendo sempre l’asepsi e il massimo dei principi di igiene esistenti. Bisogna considerare a rischio non solo il presidio in se, ma lo stesso punto di inserzione può essere area di risalita di microrganismi.
- Flebiti: non raramente le flebiti vengono associate alle infezioni. Bisogna specificare dunque che una flebite può essere causata anche da microrganismi, ma nello fattispecie si fa riferimento ad una infiammazione del vaso e dei tessuti circostanti. Come qualsiasi infiammazione è possibile riconoscerla tramite le tre caratteristiche tipiche della flogosi: Rubor (Rossore), Tumor (Tumefazione), Calor (Ipertermia locale). In caso di segni di flebite (a breve verrà pubblicato un articolo dedicato all’argomento) bisogna rimuovere l’accesso venoso, informare il personale medico e annotare in cartella (o su scala dedicata): Posizione, Dimensioni, Grado di Flogosi. È necessario non utilizzare più la stessa vena (possibilmente l’intero arto) per eseguire ulteriori infusioni (che sia a valle o a monte della zona di flebite). Un attento monitoraggio può aiutare a rispondere in modo efficace a segni di peggioramento. Può essere necessario somministrare farmaci (tra cui antibiotici o farmaci ad uso topico) secondo prescrizione medica.
Conclusioni
L’inserimento del catetere venoso periferico è una procedura fondamentale che consente l’accesso alle vene periferiche per scopi di trattamento e monitoraggio. Una corretta esecuzione di questa procedura è essenziale per garantire la sicurezza e il benessere del paziente. I professionisti sanitari devono essere addestrati e competenti nell’inserimento del CVP e nel monitoraggio dei pazienti per garantire risultati positivi e minimizzare i rischi associati.
Ruolo cruciale gioca il monitoraggio dei presidi che può e dovrebbe essere svolto non dal solo personale infermieristico ma anche dal personale ausiliario.